
Raccontaci il tuo passato e la tua carriera da allenatore?
Ciao, sono Paolo Diotti e alleno i Giovanissimi 2008. Come calciatore ho giocato al Como per sette anni, dagli Esordienti alla Primavera, con presenze in Prima Squadra, per poi continuare con Pro Lissone in Interregionale per due anni, Bellinzago, Novarese sempre in Interregionale per un anno, Besana Brianza in Eccellenza per cinque stagioni. Dopodiché ho dovuto fermarmi per un anno a causa di problemi di salute. Poi, ho ripreso giocando nel Ceriano Laghetto e al Villaggio Fiori in Prima Categoria. Da allenatore, invece, ho iniziato a Varedo seguendo i 2003, i 2005 e i 2008. Ora sono al secondo anno con l’Ardor, sempre con i classe ’08.
Quali pensi possano essere le tue caratteristiche da allenatore?
Lavoro molto sulla tecnica, ho avuto maestri importanti come Mino Favini, Giorgio Rustignoli e Angelo Massola che hanno fatto la storia del Calcio Como degli anni ’80 e ’90. sono molto esigente e puntiglioso, convinto che i metodi di insegnamento di una volta siano ancora i più validi a patto che vengano contestualizzati. Il calcio di oggi è fatto soprattutto di intensità, quindi la tecnica deve essere insegnata per accorciare i tempi nella trasmissione e nella ricezione della palla. A livello umano credo molto nel dialogo, ogni ragazzo è un mondo a sè e va compreso, capito e aiutato. Normalmente, il mio staff è composto da persone empatiche e con una naturale propensione ad aiutare. Le mie squadre nascono in base alle caratteristiche e alle qualità dei ragazzi, non mi lego a un modulo. A tutti piacerebbe vincere sempre, ma non è possibile: per ogni squadra che vince, ce n’è una che perde, quindi cerco di far esprimere un bel calcio, che dia soddisfazione in primis a loro che vanno in campo, indipendentemente dal risultato. Ho l’entusiasmo di un bambino e una passione che ancora oggi non mi fa dormire la notte quando penso anche solo alla preparazione di un allenamento. Questo i miei ragazzi lo sentono ed io lo rivedo nei loro occhi: voglio che siano liberi di sognare, guai se non fosse così.